lunedì 18 ottobre 2021

 

EDISON PALOMINO

Psicologo psicoterapeuta

Specialista in psicoterapia psicoanalitica

Riceve a Milano su appuntamento al 345 453 4832

Consulenze in tre lingue: italiano spagnolo e inglese; anche tramite Skype: dr.edisonpalomino


CONSIDERAZIONI SULLA FANCIULLEZZA


SOS aiutami Freud!

L’essere umano è un fatto storico, non c’è essere al mondo senza una storia. Questo per via dell’esistenza del linguaggio che ci precede e ci trascende. La storia allora, ovvero la vita dell’essere umano, è fatta da una continua tensione tra piacere e dispiacere.

Un esempio

Il piacere di essere coccolato dalle mani della madre e il dispiacere di esserne privi.

Essere mancanti delle cure materne primarie ha degli effetti talvolta devastanti per il futuro uomo. Di fronte ai vari traumi originari l’uomo è chiamato a rialzarsi, a riprendersi, a ricucire ciò che è stato rotto in origine. Il tutto per via di invenzioni singolari.

Per Platone, uno degli uomini più saggi nella storia dell’umanità, tutti siamo chiamati a imparare a non perdere tempo piangendo sulle nostre ferite, come un bambino appena caduto, ma ad abituarci a scacciare il dolore, curandoci le ferite ed emendando i nostri errori il prima possibile. Questa è una perla meravigliosa che ci può permettere di affrontare diversamente gli ostacoli della vita che ci mettono a dura prova. Mentre l’uomo contemporaneo ha Google, il luogo del sapere, Platone aveva la sua meravigliosa memoria, il suo tesoro. Se esiste Socrate nell’immaginario umano è grazie a quest’uomo dall’intelligenza suprema.

Platone suggerisce di non piangere sulle nostre ferite come un bambino, ed è vero. Ma è anche vero che il pianto i bambini li accompagna sempre e non li limita, non diventa per loro impedimento a riprendere in mano il gioco della vita. Scrivo della vita perché per i bambini, insegna la psicoanalisi, il gioco è una faccenda seria. Per questo essi corrono, cadono e si alzano.

Il gioco non è solo un semplice momento di svago per loro, niente affatto, ma anche la messa in scena della sessualità umana e di quello che sarà l’avvenire. I fanciulli giocano a fare il papà, la mamma, il dottore, il poliziotto ecc. Quando salgono su una giostra, per esempio, seduti su diversi oggetti, ognuno con i propri significati, girano su ciò che in fondo sarà per loro il gioco della vita.

I bambini allora incarnano il desiderio per la vita, per questo sono felici, perché si afferrano ad essa. Ogni volta che avrete a che fare con i fanciulli, scoprirete l’importanza per loro del non senso delle cose. Se siete un po’ svegli, quindi attenti a ciò che essi ci insegnano, scoprirete come noi adulti siamo malati di senso, come dando un senso, un significato, ad ogni cosa, ci garantiamo la nostra infelicità che non è altro che un momento di dispiacere. I bambini ridono dal nulla perché non sono malati di senso: potrebbero sbellicarsi dal ridere anche per i rumori del sedere.

In Giappone uno dei cartoni preferiti dei bambini è quello il cui personaggio principale è Oshiri Tantei, ovvero il Detective Sedere. Questo signorino dalla testa a forma di chiappe, dal buco nella sua testa proietta un fumo così potente da sconfiggere i malvagi. È questa la sua arma potente: il suo peto.

 


I poot you in your face!

Qualche anno fa andava di moda tra i bambini in Italia una cacchina di colore marrone, che si è evoluta da icona a peluche.


 

Una destrezza naturale


Attraverso questi esempi potete vedere come i bambini si divertono con i significanti e con gli oggetti. È grazie a questa prontezza naturale che essi sono fuori dal discorso religioso, scientifico e filosofico. Per il semplice fatto che la religione è il monastero del senso e la filosofia da tanto non ha nulla nuovo da dire. Mentre la scienza, dal canto suo, continua persa nella ricerca dell’anello mancante. I bambini allora sono più dal lato della psicoanalisi, per via di questo loro saperci fare con i significanti, creatori di un mucchio di significati.

Perché i bambini quando vengono ripresi dai genitori ad un certo punto turandosi le orecchie esclamano: bastaaaa!!!?

Perché attraverso questo basta rimandano a quell’eccesso di produzione di senso che c’è in gioco, a questo troppo di parole torturanti.

Perché i bambini non vogliono andare a letto presto?

Freud dice perché, a differenza degli adulti che non vedono l’ora che arrivi la sera per dormire, i bambini sono ancora pieni di energia e pronti a scoprire e godersi la vita ad occhi aperti. I bambini, infatti, incarnano il desiderio e questo produce stanchezza negli adulti. Oggi più che mai la frase che accompagna i genitori, o chi dei bambini si prende cura, è: «non si stancano mai. Se fosse per lui/lei giocherebbe tutto il giorno».

Questo è in sostanza il grande insegnamento che i fanciulli danno agli adulti: l'amore per la vita. Per questo bisogna rovesciare l'affermazione di Platone per dire che «come un bambino caduto» bisogna ri-alzarsi e continuare il gioco della vita con i suoi incidenti e le sue difficoltà.

In foto il capolavoro di Jim Daly, intitolato: Hangin around.

lunedì 11 ottobre 2021

 

EDISON PALOMINO

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CONSIDERAZIONI SUL DIGITALE

 

l’annichi-lamento della soggettività

[…] c’è una continua proliferazione di metodi e di tecniche che mirano alla normalizzazione dell’uomo e in tal modo all’annullamento della sua singolarità.

Il soggetto si vede così minacciato su piccola scala. E dico su piccola scala perché il vero pericolo è quello su grande scala, che riguarda il continuo avanzamento tecnologico, tra cui, la famosa intelligenza artificiale (IA), le nano tecnologie e la robotica, i cui scopo è quello di annullare la frontiera tra fantasia e realtà. Detto in altri termini: l’annichi-lamento della soggettività umana, ovvero della sua singolarità fatta da un malinteso originario a cui ci rimandano i lapsus, gli atti mancati, le dimenticanze e i sogni. Insomma, l’uomo senza inconscio, un delirio con cui, se si avvera, bisognerà averci a che fare.

Più durevole e resistente

Gli inventori tecnici sono abbracciati dalla convinzione che sia la tecnologia a venire incontro all’organismo umano, rendendolo meno precario, quindi più durevole e resistente alle avversità della natura. Il cervello così precario e lento nel suo funzionamento, verrebbe potenziato al suo massimo livello dalla nanotecnologia, chiamata anche tecnologia invisibile. Succederebbe lo stesso con il DNA e con ogni singola parte del nostro organismo.

Queste guardie invisibili avranno anche la funzione di difendere e distruggere agenti estranei, tra cui i virus, e anche di riparare ciò che eventualmente verrebbe distrutto. Così, l’uomo del futuro, secondo Ray Kurzweill, sarebbe una fusione tra genetica, nanotecnologia e robotica, nota come la generazione GNR.

Tutto questo odora di fantascienza. Anche l’idea che per via di questo avanzamento tecnologico in corso, la forma di politica umana che regge il mondo attualmente possa crollare. Essendo gli uomini costretti a reinventare una nuova forma di politica, non più ridotta ai confini del nostro pianeta ma allargata a quelli dell’Universo, in favore di ciò che Olaf Stapladon chiama la Società Galattica dei Mondi.

Quello di cui Stapledon e Isaac Asimov ci raccontavano nei loro romanzi di fantascienza, ora sembra diventare realtà. Basta aprire “Il futuro dell’umanità” del fisico Michio Kaku, per conoscere le diavolerie immaginarie a cui siamo attualmente esposti per via di questo desiderio di popolare l’Universo. Sulla portata di questo libro leggiamo, “Dalla vita su Marte all’immortalità”.

Marte con l’arrivo del Perseverance e del rover cinese Zhurong è ormai una realtà. Mentre l’immortalità resta il desiderio dell’uomo contemporaneo. Questo desiderio ha del comico per Michel De Montaigne, per il quale, se l’uomo fosse immortale rimpiangerebbe tutta la vita non poter morire.

Un cambio di paradigma

Ogni cambiamento nel mondo sottende una sostituzione, un annullamento ma soprattutto un cambio di paradigma. E sono di quest’ordine le criptomonete della Bitcoin che minacciano di introdurre una nuova era economica. Si vedrà piano piano qualche governo fare questo passo rivoluzionario. Non possiamo ignorare questi aspetti ma nemmeno il rischio dello scatenamento del reale della natura, come conseguenze dell’inquinamento umano che potrebbe provocare disastri ecologici su grande scala.

Lacan diceva che “Là dove c’è un cumulo di rifiuti in disordine, c’è l’uomo. […] ecco uno degli aspetti della dimensione umana che bisognerebbe non misconoscere”. E qui possiamo descrivere i labirinti della soggettività umana con il proverbio latino che dice:

«Heu patior telis vulnera facta metis» – Ahimè, soffro di ferite prodotte dai miei stessi dardi.

Non senza rapporto alla società

È vero che noi ci occupiamo di clinica in istituzione pubblica, privata o nel nostro Studio. Ma è anche vero che l’esperienza psicoanalitica non è senza rapporto alla società, ragion per cui, non può non tener conto dei cambiamenti politico sociali che hanno un forte impatto sulla soggettività contemporanea. Ci sarà psicoanalisi solo nella misura in cui essa sarà all’altezza della soggettività della sua epoca, diceva Lacan.

Per il padre della psicoanalisi sotto il lettino dell’analista scorre la città con tutte le sue tragedie e i suoi drammi. Il sintomo di cui si soffre è sempre in rapporto al desiderio dell’Altro, e questo Altro può anche essere l’Altro sociale.

giovedì 7 ottobre 2021

 

EDISON PALOMINO

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CONSIDERAZIONI SUL DIGITALE

 


Un nuovo paradigma

La gente gioca a fare soldi come gioca ai videogiochi. Ci si rallegra quando si vince e ci si arrabbia quando si perde. È tensione tra piacere e dispiacere. Ma il troppo che c'è in gioco in questa faccenda è il rischio, il prezzo da pagare. Lacan diceva: si inizia col solletico e si finisce arsi vivi con la benzina.

Le criptovalute tengono gli investitori il più tempo possibile con lo sguardo sullo schermo. Questa nuova forma di economia digitale è come l'amata: non appena viene trascurata si rischia di perderla. Ma questo non riguarda solo il Bitcoin ma l'economia umana in sé, il cui destino è il digitale.

Una volta la moneta simboleggiava l'economia umana. Facendosi oggetto di transizione tra gli uomini. Ora non è più così. Con la scoperta e sviluppo del virtuale il mondo è chiamato alla digitalizzazione. Per questo affermo che il digitale è il destino.

I governi per esempio, tra cui l'Italia, favoriscono questa via. Il «cash back accumulato» ne è un esempio. Questo è un altro modo di mettere in movimento l'economia digitale, favorendola.

È gara tra i soggetti: i primi consumatori in classifica avranno come premio 1.500 euro, a fine anno. Quello che l'astuzia del soggetto ci insegna è che il consumo non è legato alla quantità di soldi spessi ma alla quantità di movimenti di minime spese fatte. Questa è a tutti gli effetti un'uscita che il soggetto trova a ciò che in fondo lo Stato autorizza. La legge, insegna Sant'Agostino, invita alla sua trasgressione.

Una bella damigella

La legge, allora, creata dagli uomini, è come quella damigella che esce a corpo nudo sul balcone e pretende di non essere guardata. È il colmo! Ella chiede di perseguitare per punire il trasgressore. Le leggi fatte da regolamenti e da norme, hanno dell'assurdo talvolta disumanizzante. C'è del troppo in gioco in questa spinta a dare un valore in numeri persino a ciò che è talento e che rimane dal lato del divino. Tutto si materializza. Ma la materia di cui parlo è quella del digitale, immaginario.

Dove andranno a finire tutti i soldi che prende Lionel Messi ogni secondo, ogni minuto, ogni ora? Ronaldo ha detto che suo figlio i soldi se li dovrà procurare coi suoi sforzi. Ma questa affermazione educativa è davvero comica. E la canzone recita bene il paradosso in gioco, «ipocrisia gettare l'acqua e avere tanta sete».

L'altro ieri sono caduti i social più importanti: Facebook, WhatsApp, Instagram. Ciò ha comportato la perdita di milioni di euro, là nel digitale. Davanti allo schermo Zuckerberg si è visto i numeri scendere a grandi velocità. È l'incubo!

Il ritiro del Nome-del-Padre

In tempi in cui il virtuale ha preso forma per via di questo nuovo enigma introdotto dal Covid-19, il digitale rimane a tutti gli effetti il destino umano.

L'economia umana allora in pieno ritiro dalla sfera simbolica è questo plusvalore, questo guadagno senza frontiere. O, detto in altri termini, godimento. Per questo dice Lacan che bisogna prendere il mondo per quello che è, e cioè: «immaginario».

lunedì 4 ottobre 2021

 

EDISON PALOMINO

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L’AMORE ROMANTICO”

 


 

C’era una volta l’amore romantico. Quella forma di amore che servì da ispirazione per le fiabe più belle mai scritte da mani umane. Questa forma di amore era dell’ordine del piacere, quello puro, più vicino al profumo dei petali di un fiore vero, che a quello disegnato sulle coperte di un albergo. Freud direbbe: che fanno gli amanti tra una scopata e l’altra? Si guardano la tv. E in effetti cos’altro potrebbero fare a parte dormire o stare al cellulare a guardare le storie su Facebook, Whatsapp o Istagram? Anche per questo per il padre della psicoanalisi, la donna, invero, viene corteggiata fuori dal letto. Questo non toglie la libido sessuale, al contrario, la alimenta. Il dolce, dice il proverbio, viene mangiato per ultimo.

Una donna allora ha bisogno di qualcuno che sappia prendersi cura dei suoi piccoli oggetti a. E tra questi oggetti piccoli a, abbiamo il suo desiderio di sentirsi unica, riconosciuta, quindi amata, nonostante il suo modo di essere. Dunque, dietro ad ogni richiesta femminile c’è sempre in gioco una domanda d’amore.

Che fine ha fatto l’Uomo?

C’era una volta l’Uomo. Quello con la U maiuscola. L’Uomo romantico, l’uomo della fantasia femminile. Lui, l’Uomo con la U maiuscola, si prendeva cura della sua amata, adornava il suo balcone di fiori, i cui petali, baciati dai raggi del sole, emanavano odori al gusto di amore. Gli bastava uno sguardo, un sorriso, un “oh mio caro”, da parte della sua amata, per ritrovare tutto il piacere che quell’amore gli suscitava. I pittori lo hanno ritratto sotto casa dell’amata, quasi in ginocchio, a recitare qualche poesia d’amore. Lo hanno anche dipinto sui balconi a rubare un bacio alla sua amata. Sono, tutte queste, immagini che, non appena le riproduciamo nella fantasia, ci fanno provare tenerezza.

«Se per baciarti dovessi poi andare all’inferno,

diceva Shakespeare,

lo farei.

Così potrò poi vantarmi con i diavoli,

di aver visto il paradiso senza mai entrarci».

Chi ha spostato i miei fiori?

Questi Uomini di una volta, usavano come mezzo per raggiungere l’amore, il fiore e ogni forma di gentilezza di quest’ordine. In effetti il fiore simboleggia l’amore e anche la passione. Questo era a tutti gli effetti un loro modo elegante per approcciarsi alla donna. L’anello era un loro altro oggetto preferito, esso, era il simbolo del legame matrimoniale, del compromesso e della responsabilità. Ma soprattutto il simbolo della conquista. Una battaglia vinta. L’Uomo dell’epoca doveva sudare l’amore e, questo comportava anche lottare contro la propria famiglia e certamente anche contro quella della donna amata. L’amore anche per l’Uomo romantico non è mai stata una faccenda semplice. Non solo per via degli altri che non lo accettavano ma anche per quel tipo di cose che fanno sì che, nonostante la sua dolcezza, la sua eleganza, i mazzi di fiori, la donna amata non lo sceglieva. Anche questo capitava.

Poi abbiamo il suo rovescio, o, se volete, il suo contrario. Don Giovanni Tenorio, il beffatore di Siviglia. Questo libertino s’infilava nelle camere delle donne per farle sue. Una notte, un attimo! Per poi sparire senza lasciare tracce. E tutto ciò che restava erano lacrime, dolore. Niente fiori, niente anelli, nessun compromesso. Donne disperate! Uomini presi dalla furia!

Difendimi dal mio godimento

Il paradosso che ritroviamo in queste donne, praticamente stuprate, è che esse ritrovano in questi atti di Don Giovanni, quell’uomo misterioso esistente e desiderato nel loro fantasma inconscio. È grazie a questo personaggio di Tirso de Molina, che possiamo ritrovare nel fantasma femminile, una divisione tra desiderio e amore, che la donna stessa misconosce. Anche nelle Sabine di Ovidio possiamo ritrovare questo enigma femminile.

Ci sono allora, Uomini gentili che toccano l’amore ma che non sfiorano minimamente il desiderio sessuale femminile. Ci sono anche uomini come il Don Giovanni, l’ingannatore, che non passano dall’amore per toccare il desiderio femminile. Gli amanti si collocano in questo punto. Questa scoperta dell’inferno femminile, produce sofferenza nella donna di principi. Principi trasmessi da un altro, per primo, la madre. Questa forma di educazione è tuttavia importante per rendere possibile la sopravvivenza della civiltà. Soprattutto in tempi come questi, in cui, la sessualità viene vissuta a cielo aperto.

C’era una volta l’amore romantico e i suoi soldatini, gli Uomini con la U maiuscola, i cui fiori furono strappati da quella specie di libertini che, non sono altro che quell’inferno che abita ogni essere umano e che in psicoanalisi conosciamo con il nome di godimento. E allora arriva l’Uomo contemporaneo con la U maiuscola, colui che riesce a mettere insieme desiderio e amore. Ma ne parleremo nella prossima puntata.

 In foto il capolavoro di Frank Dicksee, intitolato: Romeo e Giulietta.

giovedì 30 settembre 2021

 

EDISON PALOMINO

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Considerazioni sull’amore”

 

 

"La fine di un amore”

La dimensione temporale della verità ci dice fondamentalmente che non esiste una verità universale assoluta. È questo uno dei motivi per cui, ciò che oggi è un’affermazione, domani è una negazione e non per questo meno vera. Lunedì posso giurare di amarti. Venerdì posso scoprire di non amarti più. Ciò non vuol dire che lunedì non ti amavo. Ti amavo, ma oggi non ti amo più. La verità così trascende il vero e il falso.

Quando l’uomo/donna è colpito da innamoramento, viene automaticamente introdotto in quella dimensione immaginaria dell’eterno. Per questo gli amanti si promettono amore eterno. Finché la morte li separi, dice il comandamento religioso. Finché un altro li separi, dice la lingua comune a tutti. Vedete come in questo punto, l’altro, non è altro che uno dei nomi della morte. Sia l’uno che l’altro producono una separazione, una fine.

L’amore come l’innamoramento è una dimensione dell’ordine della dolcezza. Non c’è amore acido, finché innamoramento sussiste. Ma l’innamoramento è uno dei nomi di ciò che chiamo dimensione temporale della verità, giacché esso è chiamato a estinguersi se non assume altre forme, come quella dell’amore per esempio.

M, ragazza di 32 anni, arriva in analisi perché l’amore della sua vita se n’è andato con un’altra. Piange e soffre perché ha perso l’uomo che ama. È l’incubo! Non mangia! Non dorme la notte!
Dopo due anni conosce un altro ragazzo con cui si fidanza e di cui è innamorata. In seduta dirà “finalmente ho trovato l’uomo della mia vita”. Basta pianto! Basta sofferenza!
Ecco la dimensione temporale della verità: due anni fa amava un ragazzo. Oggi ne ama un altro. Forse non era vero l’amore che provava per il precedente ragazzo? Niente affatto! Era un amore vero così come lo è quello per il suo attuale compagno. L’amore si rinnova, indifferentemente dalla persona.

Si crede di scegliere la persona da amare, ma in realtà è l’amore a sceglierci. Leggete queste piccole righe di Cortázar.

«Vieni a dormire con me: noi non faremo l'amore, sarà lui a farci».

È pura poesia, e la poesia è per eccellenza uno dei nomi dell’amore. Dico poesia e non poeti, perché per quanto i poeti siano creatori di metafore, subiscono anche loro i colpi della dimensione temporale della verità che abita in seno all’amore.

L’amore può finire, certo! Ma esso fondamentalmente si rinnova nelle sue più svariate sfumature. Freud diceva che non c’è solo l’amore verso una persona ma anche verso un animale o un oggetto. In effetti, questa affermazione freudiana, la vediamo, oggi più che mai, nella società contemporanea.

Ma perché finisce un amore, se l’amore, al di là delle persone, vuole essere sempre eterno? L’amore tra un uomo e una donna finisce per un’infinità di ragioni. Non solo per via della morte o dell’intromissione di un altro. Ma fondamentalmente perché l’uomo contemporaneo fa fatica a rifornire la sorgente dell’amore, fatta da responsabilità e compromesso, scegliendo al suo posto la via delle passioni. È tutta libido per l’uomo/donna di oggi. E le varie applicazione di incontri ne sono la prova.

L’amore allora, per dirla con Anaïs Nin, può finire anche per stanchezza, per logorio o per opacità. Insomma per malattie e ferite procurate da noi stessi.

Ebbene amore è principalmente soffrire insieme, per via della non esistenza di un amore ideale. Anche perché il principe azzurro lo troviamo nei sogni. Ed è precisamente questo principe azzurro a rovinare le nostre illusioni, facendoci inciampare in lapsus e atti mancati.

Infine l’amore, dirà Lacan, è un ciottolo in mezzo al sole. E il sole è fuoco allo stato puro.

Oh!
«I tuoi giovani seni brillavano alla luna

ma lui ha buttato

il gelido sasso

la fredda pietra della gelosia

sul riflesso

della tua bellezza».

Ecco Prévert! Un poeta puro che con questa sua meravigliosa poesia ci ricorda quella dimensione immaginaria che ci tormenta e che diventa anch'essa causa della fine di un amore.

L’amore finisce perché principalmente deve finire e rinnovarsi da un’altra parte. E ogni fine è preceduta da quella dimensione temporale della verità che chiama a umanizzare la separazione. Quindi per concludere possiamo dire, servendoci di Lou Salomé, che bisogna non solo imparare a conquistare ma anche a perdere, l'amore.

In foto, Separazione di Edvard Munch.

martedì 28 settembre 2021

EDISON PALOMINO
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"Considerazioni sull'omosessualità"

L'omosessualità prima, e anche dopo, l'arrivo della psicoanalisi, veniva considerata una malattia mentale da guarire. Le varie forme di terapie riparative rispondono a questa convinzione costruita sulla base di pregiudizi sociali. Per Freud invece non c'è niente di naturale nella scelta sessuale, per cui, l'omosessualità, in quanto variazione inconscia della funzione sessuale, non può essere considerata una malattia. È in questo modo che Freud colpisce la politica, la scienza e la religione della sua epoca. E rompe con il pensiero che allora governava, introducendo, per sempre, una nuova dimensione nell'immaginario umano: l'inconscio.
Nel 1935 scrive una lettera di risposta a una madre, la quale, gli aveva chiesto aiuto per il figlio
omosessuale.
 

"Cara signora, scrive Freud, deduco dalla sua lettera che suo figlio è omosessuale. Sono molto colpito dal fatto che non usi mai questo termine nel darmi le informazioni su di lui. Posso chiedere perché lo evita? L’omosessualità non è certo un vantaggio, ma non c’è nulla di cui vergognarsi, non è un vizio, non è degradante; non può essere classificata come una malattia; riteniamo che sia una variazione della funzione sessuale, prodotta da un arresto dello sviluppo sessuale. Molti individui altamente rispettabili di tempi antichi e moderni erano omosessuali, tra di loro c’erano grandi uomini. (Platone, Michelangelo, Leonardo da Vinci, ecc)".
 

Fino qui vedete come Freud, per dirla con Lacan, è cristallino come un bicchiere di birra: l'omosessualità, ci dice, non è una malattia. E prosegue la sua lettera in questi termini.
 

"È una grande ingiustizia perseguitare l’omosessualità come un crimine – e anche una crudeltà. Se non mi crede, legga i libri di Havelock Ellis. Mi chiede se posso aiutarla, intendendo dire, suppongo, se posso sopprimere l’omosessualità e fare in modo che al suo posto subentri l’eterosessualità. La risposta è, in linea generale, che non posso promettere che questo accada".
 

E qui arriva la parte più importante per quel che concerne l'etica della psicoanalisi.


"Quello che l’analisi può fare per suo figlio, prosegue Freud, è un’altra cosa. Se lui è infelice, nevrotico, lacerato da conflitti, inibito nella sua vita sociale, l’analisi può portargli armonia, pace della mente, piena efficienza, sia che rimanga un omosessuale, sia che diventi eterosessuale".
 

Pregiudizi sociali

La cosa incredibile in questa faccenda è come Freud per questioni politiche, sia stato ignorato dalla società di psichiatria anglosassone. La quale, solo negli anni 70', diede inizio ad una revisione dell'omosessualità in quanto malattia mentale, per poi negli anni 90', toglierla definitivamente dai suoi manuali di classificazione dei disturbi mentali (DSM).
Uno dei grandi punti di impass per quel che concerne l'omosessualità, e in generale la sessualità umana, è che essa viene ridotta all'atto sessuale e ad ogni forma di esibizionismo del corpo senza pudore. È chiaro che, in questo senso, soprattutto nella società contemporanea, c'è un troppo, un eccesso, nell'espressione della propria sessualità come effetto di un non riconoscimento.
 

Un freno al godimento


Ciononostante bisogna dire che l'omosessualità non è mancante d'amore ed è proprio questo ingrediente, l'amore, seguendo il filo delle logiche dell'inconscio, a toglierla dalle perversioni. L'amore è un freno alla perversione. Questa mia formula corrisponde a quella di Lacan che dice: il piacere è un freno al godimento. Basta leggere le poesie del poeta arabo, Abu Nuwas, per ritrovare la dimensione dell'amore al maschile.
 

«Sono innamorato ma non posso dire di chi,
Ho paura di lui che non ha paura di nessuno.
Quando penso al mio amore per lui,
Mi tocco la testa e mi chiedo se sia ancora attaccata».
 

Vedete come il perdere la testa, in quanto sintomo dell'amore, trascende il binario: uomo-donna. E qui bisogna dire che il terzo sesso non esiste così come non esistono i sessi. Ci sono due binari, maschile femminile, entrambi ritrovabili nella soggettività umana. È questo il grande apporto di Flies, quando in una lettera rivolta a Freud, afferma che le componenti, maschile e femminile, le ritroviamo sia nell'uomo che nella donna.
Seguendo questo filo, Lacan inferisce un duro colpo quando dimostra, per via matematica, che l'eterosessualità non esiste, l'omosessualità sì. Ciò vuol dire semplicemente che il binario Uomo- Donna non è soggetto all'addizione. Anche per questo, per l'analista di un'altra specie, il rapporto sessuale non esiste.
Di fronte all'impossibilità di fare Uomo + Donna, nella vita quotidiana, secondo Melman, abbiamo a che fare con un uomo, per lo più confuso, e una donna, per lo più sconsolata.
 

Una scelta inconscia


Così Freud con la sua psicoanalisi, rompe con quella forma di pensiero arcaico e restituisce alla sessualità umana una sua dignità. A differenza di Napoleone per il padre della psicoanalisi l'anatomia non è il destino. Anche per questo, essendo la sessualità umana una scelta inconscia, non rientra nell'ordine delle malattie, per cui, non basta che un uomo vada a letto con un altro uomo per dirsi omosessuale (o una donna con un'altra donna). Così come non basta dire che si è omosessuali per scelta propria, anche perché se uno dovesse decidere di essere omosessuale potrebbe anche, per capricci del destino, un domani, decidere di non esserlo più, ma questo è buffo, bizzarro, dato che nessuno sceglie la propria sessualità, ma si è radicalmente scelti.
 

Uno dei nomi del reale


In questo senso la sessualità umana è uno dei nomi del reale ovvero di ciò che sfugge alla volontà umana.
Per concludere con questa prima parte, voglio dire che negli ultimi anni del suo insegnamento, Lacan definisce la religione, 'il monastero del senso', evidenziando il suo grande potere di rinnovamento. Non è di quest'ordine la nuova posizione adottata dalla Chiesa nei confronti dell'omosessualità? Qualche mese fa c'è stato un vero colpo all'immaginario collettivo, inferto da Papa Francesco, con queste dichiarazioni.
 

"Le persone omosessuali hanno il diritto di essere in una famiglia. Sono figli di Dio. Nessuno dovrebbe essere estromesso o reso infelice per questo. Ciò che dobbiamo creare è una legge di convivenza civile. In questo modo sono coperti legalmente. Mi sono battuto per questo".


Forse dovranno passare altri 100 anni per cogliere l'importanza della psicoanalisi nella società, e per trasmettere ai clinici della mente umana, con termini semplici, la scoperta freudiana che nell'inconscio la differenza sessuale non esiste. 

In foto cavallo blu con arcoballeno.

domenica 22 agosto 2021

EDISON PALOMINO

(Breve commento: discussioni psicoanalitiche di Odessa)

 


 

Oggi è stata la seconda giornata dedicata ad argomenti fondamentali in psicoanalisi: pulsione, desiderio e godimento. Tre elementi importanti della soggettività umana. A proposito della pulsione di morte, mi è stata fatta una domanda riguardante la situazione socio politica in Afghanistan. Mi è stato chiesto se la psicoanalisi avesse qualcosa da dirci o se rimanesse sulle sue, al sicuro tra quattro mura, a ignorare quanto avviene fuori. Non bisogna dimenticare che per Freud non esiste la psicologia individuale ovvero che la psicologia è sin dall'inizio sociale. Questo punto viene da Lacan formalizzato in questa maniera: S1 ---> S2. Lacan dice che perché ci sia la possibilità di un discorso, il significante S1 è chiamato ad articolarsi con il significante S2. L'uomo mira a questa articolazione e la sua sofferenza è legata ad una faglia in questo tentativo. Questo per via della non esistenza del rapporto tra i sessi.

La psicoanalisi allora transita tra questo S1 ed S2. Questo vuol dire che non c'è modo di pensare alla psicoanalisi come qualcosa al di fuori degli interessi umani. Quando Freud dice che la psicoanalisi è extraterritoriale non si riferisce ad un abbandono o indifferenza delle faccende quotidiane. D'altronde nei suoi testi: 'Psicopatologia della vita quotidiana' e 'Il disagio della civiltà', ci fa toccare con mano l'importanza della psicoanalisi nella società.
 
La psicoanalisi è da tempo scesa dal lettino ed ogni suo contributo è orientato dai suoi principi, che sono quelli dell'inconscio. Per cui bisogna abbandonare questa idea della psicoanalisi in solitudine. Certo lo psicoanalista lavora in solitudine ma la sua solitudine non è quella del malinconico che muore pietrificato dal suo fantasma; è un'altra forma di solitudine, che per via del desiderio indistruttibile, mira alla produzione di un discorso. Così i ricercatori più vivaci sono gli psicoanalisti, loro sono in un continuo romanzo con il sapere; romanzo in continuo conflitto.
Nel suo testo 'Totem e Tabù', Freud ci presenta la ferocia del potere, dell'Uno tutto solo, nella veste del padre orango. Un padre potente che crea regole a suo piacimento: si fa le donne che vuole, uccide e scaccia i figli. Nel mondo attuale c'è una tendenza, un forte ritorno a questo punto primitivo del potere. I partiti politici più estremisti virano verso questo punto, il controllo delle masse.
Vedete come per Freud inizialmente c'è il diavolo e che solo la sua uccisione permette ai figli la creazione delle prime forme di civiltà attraverso accordi, patti. I talebani sono solo un esempio di questo ritorno al volto del padre feroce ma non si sa ancora quali saranno gli effetti del loro potere al governo. Che siano essi il diavolo non lo si può dire, è ancora presto, anche perché al momento parlano di inclusione e l'inclusione, lo sappiamo, è quella forma di politica che ha dato più frutti favorendo lo sviluppo delle società. Prendete "Perché falliscono le nazioni" di Acemoglu e Robinson e vedrete come non è la democrazia a favorire lo sviluppo, ma le istituzioni inclusive.

Voglio solo dire che c'è una forte tendenza, un ritorno della ferocia, ma che la questione in molte nazioni rimane sospesa. È tutto da vedere anche per la questione del Covid19, che ha introdotto un'altra forma di politica che è sui passi di Totem e Tabù. Freud, se sappiamo leggerlo in chiave moderna, è davvero potente. Ebbene la pulsione di morte è la testimonianza, l'incarnazione di questa tendenza verso la distruzione, verso il punto zero della fisica. È in questo modo che Freud si è rivolto ad Eistein, colpendolo per sempre. 

 

Dott. Edison Palomino
Specialista in psicoterapia psicoanalitica
Riceve a Milano su appuntamento al 345 453 4832
Consulenze in tre lingue: italiano spagnolo e inglese; anche tramite Skype: dr.edisonpalomino