lunedì 4 ottobre 2021

 

EDISON PALOMINO

Psicologo psicoterapeuta

Specialista in psicoterapia psicoanalitica

Riceve a Milano su appuntamento al 345 453 4832

Consulenze in tre lingue: italiano spagnolo e inglese; anche tramite Skype: dr.edisonpalomino


L’AMORE ROMANTICO”

 


 

C’era una volta l’amore romantico. Quella forma di amore che servì da ispirazione per le fiabe più belle mai scritte da mani umane. Questa forma di amore era dell’ordine del piacere, quello puro, più vicino al profumo dei petali di un fiore vero, che a quello disegnato sulle coperte di un albergo. Freud direbbe: che fanno gli amanti tra una scopata e l’altra? Si guardano la tv. E in effetti cos’altro potrebbero fare a parte dormire o stare al cellulare a guardare le storie su Facebook, Whatsapp o Istagram? Anche per questo per il padre della psicoanalisi, la donna, invero, viene corteggiata fuori dal letto. Questo non toglie la libido sessuale, al contrario, la alimenta. Il dolce, dice il proverbio, viene mangiato per ultimo.

Una donna allora ha bisogno di qualcuno che sappia prendersi cura dei suoi piccoli oggetti a. E tra questi oggetti piccoli a, abbiamo il suo desiderio di sentirsi unica, riconosciuta, quindi amata, nonostante il suo modo di essere. Dunque, dietro ad ogni richiesta femminile c’è sempre in gioco una domanda d’amore.

Che fine ha fatto l’Uomo?

C’era una volta l’Uomo. Quello con la U maiuscola. L’Uomo romantico, l’uomo della fantasia femminile. Lui, l’Uomo con la U maiuscola, si prendeva cura della sua amata, adornava il suo balcone di fiori, i cui petali, baciati dai raggi del sole, emanavano odori al gusto di amore. Gli bastava uno sguardo, un sorriso, un “oh mio caro”, da parte della sua amata, per ritrovare tutto il piacere che quell’amore gli suscitava. I pittori lo hanno ritratto sotto casa dell’amata, quasi in ginocchio, a recitare qualche poesia d’amore. Lo hanno anche dipinto sui balconi a rubare un bacio alla sua amata. Sono, tutte queste, immagini che, non appena le riproduciamo nella fantasia, ci fanno provare tenerezza.

«Se per baciarti dovessi poi andare all’inferno,

diceva Shakespeare,

lo farei.

Così potrò poi vantarmi con i diavoli,

di aver visto il paradiso senza mai entrarci».

Chi ha spostato i miei fiori?

Questi Uomini di una volta, usavano come mezzo per raggiungere l’amore, il fiore e ogni forma di gentilezza di quest’ordine. In effetti il fiore simboleggia l’amore e anche la passione. Questo era a tutti gli effetti un loro modo elegante per approcciarsi alla donna. L’anello era un loro altro oggetto preferito, esso, era il simbolo del legame matrimoniale, del compromesso e della responsabilità. Ma soprattutto il simbolo della conquista. Una battaglia vinta. L’Uomo dell’epoca doveva sudare l’amore e, questo comportava anche lottare contro la propria famiglia e certamente anche contro quella della donna amata. L’amore anche per l’Uomo romantico non è mai stata una faccenda semplice. Non solo per via degli altri che non lo accettavano ma anche per quel tipo di cose che fanno sì che, nonostante la sua dolcezza, la sua eleganza, i mazzi di fiori, la donna amata non lo sceglieva. Anche questo capitava.

Poi abbiamo il suo rovescio, o, se volete, il suo contrario. Don Giovanni Tenorio, il beffatore di Siviglia. Questo libertino s’infilava nelle camere delle donne per farle sue. Una notte, un attimo! Per poi sparire senza lasciare tracce. E tutto ciò che restava erano lacrime, dolore. Niente fiori, niente anelli, nessun compromesso. Donne disperate! Uomini presi dalla furia!

Difendimi dal mio godimento

Il paradosso che ritroviamo in queste donne, praticamente stuprate, è che esse ritrovano in questi atti di Don Giovanni, quell’uomo misterioso esistente e desiderato nel loro fantasma inconscio. È grazie a questo personaggio di Tirso de Molina, che possiamo ritrovare nel fantasma femminile, una divisione tra desiderio e amore, che la donna stessa misconosce. Anche nelle Sabine di Ovidio possiamo ritrovare questo enigma femminile.

Ci sono allora, Uomini gentili che toccano l’amore ma che non sfiorano minimamente il desiderio sessuale femminile. Ci sono anche uomini come il Don Giovanni, l’ingannatore, che non passano dall’amore per toccare il desiderio femminile. Gli amanti si collocano in questo punto. Questa scoperta dell’inferno femminile, produce sofferenza nella donna di principi. Principi trasmessi da un altro, per primo, la madre. Questa forma di educazione è tuttavia importante per rendere possibile la sopravvivenza della civiltà. Soprattutto in tempi come questi, in cui, la sessualità viene vissuta a cielo aperto.

C’era una volta l’amore romantico e i suoi soldatini, gli Uomini con la U maiuscola, i cui fiori furono strappati da quella specie di libertini che, non sono altro che quell’inferno che abita ogni essere umano e che in psicoanalisi conosciamo con il nome di godimento. E allora arriva l’Uomo contemporaneo con la U maiuscola, colui che riesce a mettere insieme desiderio e amore. Ma ne parleremo nella prossima puntata.

 In foto il capolavoro di Frank Dicksee, intitolato: Romeo e Giulietta.

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